Anche i migliori amici dell’uomo possono ammalarsi, e talvolta le loro infezioni possono contagiare i padroni. In questo articolo parliamo di come garantire la salute dei cani e la nostra, in base alle evidenze scientifiche più recenti.
Secondo molti è “il migliore amico dell’uomo”. La sua fedeltà è talmente incrollabile da averlo reso, nel tempo, un emblema di lealtà. Da millenni il cane si accompagna all’uomo, non solo per aiutarlo nelle attività della vita quotidiana, ma anche per il semplice piacere della compagnia reciproca. Questo animale si caratterizza per un’enorme variabilità di taglia, proporzioni e carattere: l’esatta ragione di tale mutevolezza non è ancota del tutto accertata, ma si pensa che derivi da distinti processi di addomesticazione avvenuti in diverse epoche e in differenti aree geografiche.
È ormai scientificamente provato che la vicinanza di un cane provoca molti effetti positivi sugli esseri umani: questi animali stimolano lo sviluppo emozionale, sociale e cognitivo nei bambini, promuovono uno stile di vita attivo, riducono le sensazioni di solitudine, ansia e stress. Non mancano casi particolari in cui alcuni cani, probabilmente grazie al loro sviluppatissimo olfatto, sembrano essere in grado di riconoscere precocemente l’insorgenza di crisi epilettiche o di certi tumori. Nonostante gli indubitabili benefici che arrecano, anche questi animali sono soggetti a malattie infettive, che talvolta possono trasmettere ai padroni. Vediamo di quali si tratta, e come proteggere i nostri amici pelosi e noi stessi.
Le malattie infettive dei cani
Le malattie infettive che possono colpire i cani sono molteplici, e differiscono secondo modalità di trasmissione. Alcune sono legate a contatti stretti e irruenti come morsi e graffi, che talvolta possono complicarsi con sovrainfezioni. Una specie di batteri responsabili è quella delle Capnocytophaga, germi che vivono normalmente all’interno della bocca dei cani (ma anche di altri animali come i gatti) senza causare loro alcun segno di malattia. In rari casi possono essere trasmessi agli essere umani, provocando una reazione locale intorno al morso con gonfiore, arrossamento, dolore e formazione di vescicole; possono accompagnarsi sintomi generali come febbre, vomito, diarrea e dolori muscolari. Più di rado, e soprattutto in persone con un sistema immunitario compromesso, possono provocare reazioni più gravi estese a tutto l’organismo, come sepsi, gangrena e insufficienza renale acuta.
Una menzione particolare merita la rabbia: si tratta di una malattia provocata da un virus appartenente alla famiglia Rhabdoviridae che attacca il sistema nervoso degli animali e dell’uomo, con conseguenze quasi sempre letali. Il virus ha messo a punto e coordinato una serie di strategie geniali per garantire la propria sopravvivenza e diffusione: alterando il comportamento degli animali infetti li rende più aggressivi e propensi al morso; inoltre, si concentra in grande quantità nella saliva e rende difficoltosa la deglutizione, provocando l’accumulo di saliva in bocca. Come risultato di questi processi, il virus della rabbia si trasmette attraverso il morso, il graffio o il contatto con la saliva di animali infetti, in particolare di animali selvatici come pipistrelli, volpi e procioni. Quando un cane viene infettato, sviluppa sintomi caratteristici: alterazioni caratteriali, difficoltà ad alimentarsi ed eccessiva salivazione, paralisi progressiva, fino alla morte che sopraggiunge pochi giorni dopo l’inizio delle manifestazioni cliniche. Quando la rabbia infetta un essere umano, i sintomi si presentano a distanza di molti giorni o addirittura mesi dopo il morso, e a quel punto è generalmente troppo tardi per effettuare un trattamento efficace.
Altri tipi di malattie possono essere trasmesse attraverso il contatto con le feci di cani infetti: è il caso di batteri come il Campylobacter e la Salmonella, o di parassiti come il Cryptosporidium, l’Echinococco e la Giardia. Queste infezioni si manifestano con sintomi gastro-intestinali (diarrea, nausea, vomito, dolori addominali) di intensità e durata variabile, che nella maggior parte dei casi risolvono spontaneamente ma che raramente possono richiedere l’ospedalizzazione.
La Leptospirosi viene invece trasmessa attraverso il contatto con urine infette (non solo di cani, ma anche di bovini, suini, cavalli, roditori e animali selvatici): il batterio responsabile può provocare una grande varietà di manifestazioni nei cani, che vanno dalla completa assenza di sintomi a quadri clinici gravi e anche letali. L’uomo può contrarre l’infezione attraverso contatti poco igienici con le urine di tali animali, ma anche nuotando in acque infette o lavorando a stretto contatto con essi (è il caso dei veterinari o degli allevatori). Anche in questo caso, la malattia può essere indolente oppure grave, manifestandosi tipicamente con la comparsa di febbre elevata, ittero (colorazione gialla di cute e mucose), congiuntivite e dolori addominali; in rari casi il coinvolgimento dell’organismo è importante, con compromissione della funzione di reni, fegato e polmoni fino al decesso.
Un’altra malattia potenzialmente grave che affligge il cane è la Leishmaniosi. È provocata da un parassita chiamato Leishmania (nelle aree mediterranee la specie più diffusa è la L. infantum), che viene trasmesso da una specie di flebotomi detti pappataci. Nel cane, l’infezione può rimanere asintomatica per lungo tempo per poi provocare tipiche lesioni della pelle con perdita di aree di pelo, danni agli occhi, alle articolazioni e ai reni, fino a manifestazioni neurologiche anche molto gravi e talora letali. In rari casi, anche l’uomo può contrarre l’infezione attraverso la puntura di pappataci infetti, situazione che si verifica con maggiore facilità se ci si trova nelle vicinanze di un animale infettato (da cui il flebotomo succhierà sia il sangue sia il parassita). I sintomi umani spaziano da un esclusivo interessamento cutaneo fino ad un grave coinvolgimento degli organi interni, più pericoloso se le risorse immunitarie dell’individuo sono già compromesse. Infine, neanche i cani sono immuni dalle punture di zecca, che possono trasmettere pericolose infezioni come la malattia di Lyme.
Nel prossimo articolo parleremo di come difendere la salute nostra e dei nostri amici cani dalle insidie comuni, per poter godere in sicurezza della compagnia reciproca.
Giorgia Protti
Fonti:
https://www.cdc.gov/healthypets/pets/dogs.html
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_35_ulterioriallegati_ulterioreallegato_0_alleg.pdf
https://www.izsvenezie.it/temi/malattie-patogeni/rabbia/situazione-epidemiologica/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29188797/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28601528/
Per sostenere Medical Facts tramite Gofundme clicca qui, per sostenerci tramite PayPal clicca qui.