La paralisi del settimo nervo cranico (o nervo facciale) rappresenta il più frequente disturbo a carico dei nervi cranici. Le cause possono essere svariate, e vengono suddivise tra patologie di origine centrale (cioè cerebrale) o periferica (affezioni proprie del nervo). Tra queste ultime, la forma più comune è la cosiddetta paralisi idiopatica (cioè di causa ignota), anche detta “di Bell”. Ecco le sue caratteristiche principali riassunte in cinque punti.
1) Si presenta all’improvviso con una tipica “smorfia” del volto
I sintomi insorgono nell’arco di poche ore e possono essere preceduti da disturbi dell’udito, dolore o ridotta sensibilità cutanea a livello dell’orecchio. La presentazione tipica consiste nella debolezza dei muscoli di metà del viso, con impossibilità a sollevare il sopracciglio e corrugare la fronte, difficoltà a chiudere completamente l’occhio, spianamento del solco naso-labiale e deviazione dell’angolo della bocca verso il basso. Possono associarsi anche alterazioni della lacrimazione, della salivazione e del gusto. Di norma, quando la paralisi è periferica, il deficit interessa sia la parte superiore sia quella inferiore del volto.
2) La paralisi idiopatica è la forma più comune (65-75% di tutte le cause di paralisi periferica del nervo facciale)
Colpisce circa 20-30 persone su 100.000 ogni anno, in particolare nella fascia di età compresa tra i 15 e 45 anni. Non ha predilezione di sesso né di lato del viso. La presentazione, spesso evidente, provoca rilevanti conseguenze a livello psicologico e sociale.
3) La causa, ad oggi, non è ancora del tutto chiarita
L’ipotesi più accreditata è che si tratti di una malattia virale, provocata dalla riattivazione del virus Herpes simplex tipo 1: l’infiammazione e il gonfiore conseguenti provocherebbero la compressione del nervo facciale durante il suo passaggio dentro le ossa del cranio, causandone sofferenza.
4) È una diagnosi di esclusione
Davanti a una paralisi del nervo facciale, la prima cosa da escludere è che si tratti di una patologia “centrale”, cioè di origine encefalica (che può essere dovuta a malattie cerebrovascolari, tumori o altre condizioni potenzialmente pericolose); se esiste tale sospetto, è necessario eseguire esami radiologici come la TC o la risonanza magnetica. Una volta esclusa la causa cerebrale, le possibili affezioni periferiche sono molteplici (infezioni, tumori, malattie autoimmuni). Per suffragare l’ipotesi di paralisi idiopatica sono fondamentali una dettagliata storia clinica e un esame obiettivo completo di otoscopia; solo una volta che il deficit regredisce la diagnosi diventerà di certezza. Gli esami del sangue non aggiungono informazioni utili, mentre l’elettromiografia può essere eseguita per valutare l’entità del danno e predire il grado di recupero.
5) Spesso si risolve spontaneamente nell’arco di 3-12 settimane
La maggior parte (70-94%) degli individui colpiti da questa condizione recupera completamente la funzione del nervo facciale senza bisogno di alcun trattamento. Tuttavia, considerati gli importanti risvolti sulla qualità di vita che potrebbero derivare dalla persistenza dei sintomi, negli adulti con paralisi idiopatica è raccomandata una terapia a base di corticosteroidi, da iniziare idealmente entro 72 ore dall’esordio del disturbo. Farmaci antivirali vengono talvolta prescitti in associazione, anche se mancano evidenze conclusive sulla loro efficacia. Vista l’impossibilità nel chiudere completamente l’occhio, è necessario proteggerlo per evitare danni alla cornea. Se il danno nervoso è importante, può essere preso in considerazione un intervento di decompressione chirurgica.
Giorgia Protti
Fonti:
https://www.amjmed.com/article/S0002-9343(20)30426-5/abstract
https://jamanetwork.com/journals/jamaotolaryngology/article-abstract/2760909
https://www.thelancet.com/journals/laneur/article/PIIS1474-4422(17)30010-8/fulltext
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