In che modo la gravidanza e l’allattamento al seno influiscono sul ciclo riproduttivo? Che ruolo giocano nell’insorgenza della menopausa precoce? Ne parliamo oggi su Medical Facts.
La menopausa precoce, ovvero la cessazione della funzionalità delle ovaie prima dei 45 anni di età, è un problema piuttosto diffuso (si stima che colpisca circa il 10% delle donne nel mondo occidentale). Oltre a comportare risvolti psicologici anche importanti, questa condizione legata ad alterazioni dei livelli ormonali produce profondi cambiamenti a carico dell’intero organismo e aumenta il rischio di molte malattie (declino cognitivo, osteoporosi e patologie cardiovascolari, per citarne alcune).
Ciclo riproduttivo e menopausa
La capacità riproduttiva nella donna è un meccanismo complicato, regolato da innumerevoli fattori, e soggetto anch’esso, come il resto del corpo, a invecchiamento. Ogni donna nasce con un certo numero di ovociti, cioè le cellule sessuali contenenti metà dell’intero corredo cromosomico del futuro neonato. Questi ovociti, che al momento della nascita sono in media 2 milioni, diminuiscono gradualmente in quantità e qualità nel corso della vita fertile, e non si rigenerano. Quando essi terminano, il complesso ciclo ormonale che sostiene la riproduzione si interrompe e subentra la menopausa.
I fattori che determinano la tempistica della menopausa sono proprio il numero di ovociti alla nascita, la rapidità con cui essi diminuiscono e il numero minimo di queste cellule necessario per dare il via al ciclo mestruale ogni mese. Esistono però anche eventi che ritardano questo processo: in particolare, la gravidanza e l’allattamento al seno, che “mettono in pausa” o rallentano considerevolmente l’ovulazione, posticipano l’esaurimento degli ovociti, e sono quindi stati correlati a una menopausa più tardiva.
Correlazione tra gravidanze, allattamento al seno e menopausa precoce
Finora, studi minori avevano provato a dimostrare l’associazione tra la cosiddetta “parità” (ovvero il numero delle gravidanze), l’allattamento al seno e il rischio di menopausa precoce. Un recente studio pubblicato su JAMA – Obstetrics and Gynecology ha arruolato più di 108.000 donne statunitensi di età compresa tra i 25 e i 42 anni e le ha seguite per più di 25 anni (dal 1989 al 2015), registrando il numero di gravidanze, l’allattamento al seno e correlando questi eventi con l’insorgenza della menopausa, l’età a cui essa si verificava, eventuali interventi ginecologici o il decesso.
Nel corso dello studio, circa 2.500 donne (il 2,4%) hanno riportato l’insorgenza di menopausa precoce. Un’alta parità (ovvero un alto numero di gravidanze) è risultata associata a un minor rischio di andare incontro a tale disturbo. Questa correlazione è risultata attenuata, seppur presente, se analizzata insieme ad altri fattori, come l’uso di contraccettivi orali, l’infertilità, l’abitudine al fumo, il BMI e la dieta; questo significa che anche questi elementi potrebbero giocare un ruolo nella funzionalità del ciclo riproduttivo.
Allo stesso modo, un periodo cumulativo più lungo di allattamento al seno è risultato correlato a un minor rischio di menopausa precoce. Questa associazione è risultata vera anche indipendentemente dal numero di gravidanze, pur se con una correlazione non lineare: le donne più protette sono risultate quelle che hanno allattato per un periodo compreso tra 7 e 12 mesi, mentre sono risultate a maggior rischio quelle che hanno allattato per un periodo di tempo sia minore sia maggiore. La spiegazione di questa bizzarra associazione potrebbe risiedere proprio negli ormoni e nella tempistica di allattamento. Gli autori dello studio hanno, infatti, differenziato l’allattamento al seno cosiddetto “esclusivo”, intendendo il periodo in cui il neonato viene nutrito unicamente tramite il latte materno (prodotto in grandi quantità a intervalli molto frequenti), rispetto a un allattamento inframmezzato ad altri tipi di nutrienti. Da un punto di vista ormonale, l’allattamento esclusivo sopprime il ciclo ovulatorio in misura più potente rispetto a quello più “liberale”. Di conseguenza, potrebbe darsi che quel minor rischio di menopausa precoce correlato a un allattamento di durata 7-12 mesi si riferisca proprio al periodo di allattamento al seno esclusivo, e alla sua capacità di bloccare l’ovulazione, preservando la riserva di ovociti.
Questo risultato è coerente rispetto alle raccomandazioni per l’allattamento al seno emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2018: secondo queste eminenti linee guida, l’allattamento esclusivo è raccomandato fino ai 6 mesi di vita. Da quell’età in poi, si consiglia di cominciare a introdurre cibi complementari, pur potendo continuare a fornire al bambino anche il latte materno fino ai 2 anni di vita e oltre. In attesa di ulteriori ricerche che confermino i risultati ottenuti dallo studio sopracitato, queste raccomandazioni sono un utile ausilio.
Giorgia Protti
Fonti:
https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2759124
https://www.who.int/health-topics/breastfeeding#tab=tab_1